Ruins and Flames

Casa di Sophia, Capital City, Horyzon -  22/03/2517

Ho dovuto corrompere il portiere per riuscire ad entrare dentro casa di Sophia, ma nell'essere lì mi fu possibile osservare il suo mondo  più di quanto non sia mai riuscito a fare in anni. Ho sentito l'odore della sua casa, letto i suoi libri, bevuto il suo whiskey.

"Quindi devo licenziare il custode..."

Così era entrata dentro casa sua, e non si era affatto scomposta. Che si aspettasse di vedermi lì? Assai difficile. Ho cercato dentro casa sua informazioni sulla persona che le ha affibbiato il compito di starmi alle calcagna. Non tollero che qualcuno di cui non so nulla stia cercando informazioni su di me. Era quello il motivo per cui ero lì... o forse no...

Come tutte le volte che ci incontravamo, era iniziata nuovamente quella sfida. Ognuno era in piedi ad un lato della stanza. Parlavamo, in una lotta di colpi bassi e finte che solo io e lei eravamo in grado di gestire, eppure c'era qualcosa di strano in lei. Per qualche motivo avevo l'impressione che fosse felice di vedermi lì... e in un certo senso, neanche a me dispiaceva la cosa. Non era il brivido della caccia, era qualcosa di più intenso, che non riconoscevo.

"Perchè sei venuto qui? Sai bene che non ti dirò il nome del mio cliente..."

Eravamo arrivati a quel punto, le distanze si erano accorciate. Ci stavamo praticamente parlando in faccia, e dopo tanto tempo, rividi quel fuoco che una volta fece sì che il mio occhio si posasse su di lei anni fa. Sentii un calore da cui per troppo tempo ero rimasto separato. Qualcosa in quella caccia lunga anni mi aveva portato lì. Per anni avrei potuto tornare da lei, ma perchè solo ora? Era la stessa domanda che mi aveva fatto lei...



Smokin' Guns Industries, Dane End, Hera - 10/08/2510

Stavo aspettando da giorni una chiamata da parte di John Tyler. Avevo mandato un messaggio chiaro a quella ragazza, e a suo padre. Non so dire cos'è che lo fermi dal chiamarmi, e sinceramente inizio a non stare più nella pelle.

"Rufus, prepara la mia nave per il viaggio... dovrò tornare su Aghata..."

Il tempo passava, e non riuscivo più a stare calmo. Neanche il torpore indotto dalle droghe e dall'alcool poteva far cessare quella sensazione. 

"Ma quanto diamine ci vuole a preparare una cazzo di astronave?"

Fu quel pensiero a salvarmi la vita. Andai nei sotterranei della fabbrica, lì dove avrebbero dovuto preparare il mio cargo, ma non c'era nulla. La guerra era iniziata, e i bombardamenti di Hera anche. Mi serviva l'appoggio di Tyler affinchè la mia storia fosse credibile, ma quel bastardo... Il mio pensiero venne interrotto da un'esplosione. Stavano bombardando le Smokin' Guns, e io ero ancora lì dentro, così com'erano lì dentro le prove del mio coinvolgimento con l'azienda. Una cosa era certa, ne sarei uscito vivo e pulito. Salii nuovamente nel mio ufficio, con gli impianti che nel frattempo subivano il fuoco orbitale dei bombardieri alleati. Niente mi avrebbe fermato. Un colpo troppo vicino distrusse la facciata dell'edificio, aprendone uno squarcio e distruggendo parte del mio ufficio. L'holodeck era ancora lì. Dovevo sbarazzarmene. Lo lanciai nel vuoto, ma nel farlo strappai il mio vestito su un tondino di ferro esposto. Cercai di scappare fuori più veloce che potevo, ma ci fu un crollo...

Era mattina. Ero in mezzo alle macerie, ma miracolosamente salvo. Mi alzai in piedi, feci alcuni passi ma crollai a terra subito dopo. Fui colpito dalla sensazione di sconfitta, l'amaro senso di aver perso tutto quello che mi ero guadagnato col sudore e con il sangue. Con le lacrime agli occhi, ripensai a Sophia, e a quel bastardo di Tyler. Tutto quello per cui avevo lavorato non c'era più. Solo macerie e fiamme.



Casa di Sophia, Capital City, Horyzon - 23/03/2517

"Non me ne frega niente del tuo cliente. Sono qui per te..."

Queste erano le ultime parole che le avevo detto, prima di cadere in quel turbine di passione che durò per tutta la notte. Mi svegliai il giorno dopo da quella specie di trance, e qualcosa dentro di me era cambiato. Eravamo insieme, sdraiati per terra sotto quella coperta. Dormiva. Il suo c-pad era lì vicino. Avrei dovuto controllarlo per trovare il suo cliente. Non ne valeva la pena...